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maturo, pel rapporto di connessione esistente fra i concetti di “maturità” e “contusione”. Il Caix, presupposto che il senso fondamentale fosse quello di “contusione, ammaccatura”, riconduce la voce in discorso ad aat. meizan, battere, da got. maitan. Inoltre in quel campo riscontriamo: ags. smîtan, percuotere, mat. smitzen, svizz. schmeizzen, e anrd. smeitr, contusione, livido di percossa. La s iniziale sarebbe andata perduta. Deriv.: nizzatura, nizzare.

Nocca, congiuntura delle dita delle mani o dei piedi, specialmente quella della prima falange colla seconda (Mambriano Roseo, Vit. dodici Cesari, 1532; Lasca, Ruspoli, Buonarroti). Questo nome fra le lingue rom. non è posseduto che dall’it.; il quale lo tolse dal ted. probabilmente nel sec. 15º o nel principio del 16º; giacchè non compare che nel cinquecento. Il Diez lo deriva senz’altro dal mat. knoche, donde tm. Knochen, osso, il cui signif. originario, a detta del Grimm, dovette essere quello di “giuntura”. Il k iniziale sparì perchè l’it. non comporta il gruppo t. cn. Il Grandgagnage osserva essere venuto dal t. anche il belgico nokéjè. Nel campo ger. abbiamo un derivato di Knochen che vale precisamente “nocca, malleolo”, cioè il dimin. tm. Knöchel usato già da Lutero, mat. knöchel knüchel, ags. cnucel, m. ing. knokil, ing. knuckle, ol. knokkel; e ciò pone fuori d’ogni dubbio l’etim. ger. della parola in discorso. Il mat. knoche valeva “osso, nodo o nocchio d’un ramo d’albero, escrescenza d’un frutto”. Secondo il Kluge il tm. Knochen, che appare dapprima in Hans Sachs, è raro, ed era raro anche mat. knoche, invece di cui usavasi comunemente Bein, osso. Presuppone un got. * knuga, donde viene tratto anche tm. Knoke, protuberanza, nodo, giuntura, mat. knock, nuca, collottola, il cui ck sta regolarmente per l’antico q. Parrebbe altresì che fossero affini ing. to knock, battere, ags. cnucian, anrd. knuke, mat. knoken, annodare, anrd knûe, giuntura, tm. Knie, ginocchio. Il Faulmann riconduce tutto al participio