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muffola — mummiare. 343

mouwe, ermellino, prov. moflet moufle, pic. mouflu, vall. mofnes, tenero, morbido, elastico.

Muffola (antiq.), manicotto (O. Ferrari). Voce parallela è fr. moufle, guanto, restato della lingua viva, mentre non è stato così dell’it. È d’origine ger., donde passò nel bl. sotto la forma di muffola. Nei capit. di Carlo Magno (verso l’an. 810) troviamo espressioni come queste: «Wantos [guanti] in aestate, muffolas in hieme»; poi: «ut muffolae vervecinae monachis dentur». Adelardo di Corbeja, Statuti, ha: «Wantos duos, muffolas duas». Altri esempi in proposito sono allegati dal Ducange alla voce Muffolae. Ora questi luoghi mostrano chiaro che doveva essere nome ger., massime trovandosi quasi sempre accoppiato a wantus che è pure ger. Nel fr. è voce antichissima e usitatissima, specialmente nell’afr. (Poema De Vulpe Coronato, Roman de la Rose, De Florance et Bianche). Nel tm. abbiamo Muff, manicotto, pelliccia per scaldare le mani, che viene da bt. muf, ol. mof, manicotto di pelliccia, ing. muff, d’ug. sig.

Mummiare, masticare senza denti (dial. moden.). Il Muratori col suo fine intuito capì che questo vb. era d’origine germanica. Spetta alla radice stessa da cui il tm. mummeln, romoreggiare, masticare, venuto dal bt. d’ug. forma e signif. Secondo il Faulmann il vb. t. proverrebbe da un vb. * mumban “premere, stringere”, senso che conviene anche al moden. Forma parallela a mummeln è mumpfeln, rispondente a bt. mumpeln, masticare, isl. mumpa, ing. mumble d’ug. sig. Resterebbe a vedere come dal sig. di “rumoreggiare, brontolare” che pare fondamentale nella rad. mum, si potesse passare a quello di “masticare”, che è così disparato. Forse sarà avvenuto pel fatto che colui che mummia produce una specie di rumore; ma è sempre un passaggio molto duro. Alcune forme ger. presentano solo il primo dei due sensi, cioè quello di “romoreggiare”, e tali sono: ol. mommelen, m. ing. mummen.