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326 | mecca. |
logica “latte rappreso-formaggio-mattone” è naturale. Poichè l’it. non presenta che l’ultimo dei signif., è verosimile l’abbia tolto direttamente dal fr., sul cui territorio questo vocabolo aveva subito la evoluzione dei significati. Il Littrè nota che fr. matou “latte rappreso” è la stessa cosa che *matton; il che ci pare metta fuori di dubbio l’etim. ger., dal momento che è certo che maton viene di là. Alcuni ritengono poi che mat. matte non sia originariamente ger. Il Muratori aveva pensato a cavare una tal parola da maltone; ma una tal deriv. è riputata impossibile, considerati specialmente i signif. che essa presenta in fr. Anche la origine da l. mactus, proposta dal Bianchi non regge. Deriv.: matto-naja-nato-nella; matton-cello-iero; ammatto-nare-nato.
Mecca, vernice per le dorature (Tramater). Ha per corrispondente emil. smeco, belletto (Biondelli). Il Caix 409 lo trae dal tm. Schminke, liscio, belletto, vb. schminken, imbellettare; e una tale derivazione è resa ancor più evidente dalle forme che il vocab. ger. presenta nelle sue forme antiche, aat. smëkar smëhhar, ags. smicere, pulito, fino, elegante”, mat. sminke smicke, vernice; le quali sono vicinissime foneticamente al dialettale smeco. La voce ital. ha perduto la s iniziale ed ha assunto il genere femminile, forse per la falsa supposizione che questa sorte di vernice prendesse il nome dalla città della Mecca. È difficile stabilire se l’introduzione in Italia della parola ger. sia di data antica o recente. La forma farebbe credere alla prima delle due ipotesi: ma il fatto che l’aat. ha tuttavia valore d’aggettivo con signif. ancor molto generico, e che in ital. si presenta tardissimo, m’inducono ad ammettere che sia penetrata sulla fine del medio-evo o sul principio dell’età moderna. Il Faulmann sostiene che vb. mat. sminken è forma rinforzata di smingan, fregare, stropicciare; e che Schminke vale propriamente “colore che si dà alla pelle per abbellirla”. Inoltre fa di smirgan una forma parallela di aat. swingan, vibrare.