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magagna. 305


huormachâre, lenone, ruffiano, sensale, e huor machunga, seduzione, ruffianeria sensaleria; dove il primo elemento del composto è aat. huor huor, tm. Hure, meretrice, il secondo mahho o machôn, da cui tm. machen, fare. Ora il nome huormahho potè in bocca ai popoli romanzi abbreviarsi in macco da cui poi con un suffisso accrescitivo e disprezzativo machignone; molto più che lo stesso verbo machôn mahho, tm. machen, anche da solo presenta talvolta il significato di “promuovere affari”. Questa mia congettura è confermata anche dal fatto che da aat. mahho machôn lo Scheler trae il fr. maquereau che vale precisamente “sensale”, come piem. macchignone.

Magagna, lesione, vizio, difetto sia del corpo come dell’anima (Novellino, 50; Boccaccio). Altre forme sono: crem. mil. piem. mangagna, difetto, vizio corporale; afr. mehaing meshaing, mutilazione, malattia; méhaigne (Roquefort); vall. mehaing, mancanza; vb. it. magagnare, guastare, infettare; prov. maganhar, afr. mehaigner, mutilare. L’etim. proposta dal Muratori da gr. l. manganum, sorta di projettile, ripugna al significato, ed anche alla lettera, massima per lo spostamento dell’accento. L’Ulrich in un articolo della Zeits. für rom. Phil. ed. Groebar III, 265 e segg. propose di ricondurre it. magagnare a ger. * manganian da rad. dell’aat. mangôn mangian, difettare, mancare. Ma il Mackel p. 53 rigetta assolutamente una tale derivazione, perchè pure concedendo la possibilità della esistenza d’un tal vb., è assurdo il dare a * manganian una funzione causativa, sicchè venga a significare “cagionare, difetto, mutilare”. Inoltre le forme fr. mehaing mehaigner rendono, secondo lui, affatto insostenibile una tale etim., essendo impossibile il passaggio da g in h, e mostrando it. magagna che il g da h intervocalico è epentetico, del pari che la n di mangagno nei dial. italiani. Perciò il Mackel crede per lo meno molto probabile la congettura messa innanzi dal Diez; il quale partendo dalla definizione del tardo mlt.


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