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lesto. 279


conare non si può fare senza la lesina anzi è lo stromento principale, presono questo nome della Lesina». Deriv. dal nome in quest’ultimo senso sono: lesinare, lesineria.

Lesto, agile, destro, svelto, snello; astuto, accorto (Machiav., Lasca). Ha per corrispondenti sp. listo, port. lesto, fr. leste, i quali però non presentano il signif. di “astuto, sagace”, come l’it. Ha per fondamento il got. listeigs, artificioso, astuto, aat. listig listik, prudente, destro, astuto, e tm. listig, scaltro, fino, astuto. L’agg. ger. si svolse dal tema listi che diè got. lists, astuzia, inganno, aat. mat. list, tm. List, saviezza, prudenza, abilità, astuzia, arte, inganno. Il signif. originario, secondo il Kluge, è quello di “prudenza”: l’ags. list vale “arte, abilità, astuzia”, ing. list “prudenza, astuzia”, anrd. list, prudenza, artificiosità, destrezza, abilità. In parecchi dialetti ted. il senso primitivo di “accortezza” degenerò in quello di “astuzia, malizia”, e questa degenerazione l’ha subita anche in it. Il tema listi sarebbe secondo il Grimm Ges. d. d. Sp. 906 un nomen actionis formatosi mediante il suffisso ti dal vb. leisan lais, rad. lis, sapere, donde lis-ti. Il valore fondamentale di questo vb. sarebbe stato quello di “pestare, premere, camminare” (donde got. laists, aat. mat. leist, traccia, laistjan, seguire); e dal signif. materiale di “procedere, camminare” si sarebbe passato a quello di “potenza o attitudine morale risultante dall’assiduo esercizio del premere e camminare”. A questo lais (affine anche a l. lira, solco da cui delirus, chi è fuori di carreggiata) si riannettono got. laisian, insegnare, as. lerian, leran, aat. lerran, leran, mat. leren, tm. lehren d’ug. sig.; poi aat. lirnen, lërnên, lërnôn, mt. tm. lernen, ags. learnian, ing. to learn, imparare. V. Friedmann, p. 217. A tema listi spettano immediatamente aat. listig listiclich, listlih listekeid listan listen; cfr. Lista. Sull’orig. ger. di it. lesto e voci rom. sorelle non ci può essere alcun dubbio. Da una parte il signif. corrisponde, perchè dal senso morale di “abile, accorto, astuto” " che è conservato, se non