Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
278 | lesina. |
Lesina, ferro appuntatissimo e sottile con cui per lo più si fora il cuojo per cucirlo; uomo sordido e avaro (Fra Giordano, Fior. S. Fr.). Questo coi corrispondenti sp. alesna lesna, prov. alena, limos. lerno, fr. alène, riposa su mlt. alesna, che a sua volta risale ad aat. alasna alesna alunsa alansa, da cui anche svizz. alesne alse. L’aat. alunsa non è che aat. âla col suff. se ricorrente parecchie altre volte in quel campo. Da âla si svolsero mat. âle, tm. Ahle, lesina, ags. äl al avel, nelle isole Orcadi alison, ing. awl, anrd. alr, ol. aal els d’ug. sig. Dal che appare che it. lesina, t. Ahle, ing. awl, forme a primo aspetto sì diverse, sono fondamentalmente la stessa parola! Il Kluge paragona al vocab. ger. il sans. arâ, lesina, punteruolo, lit. ýla, lett. îlens, pruss. ylo, lesina che accennano a un preger. êlâ. Ma secondo lui ags. âwul, ing. awl più che a ger. âla è da ravvicinarsi a l. aculeus, pungolo, lett. âki, uncino. Però questo raccostamento ci pare assai strano. Il Faulmann, per dire qualche cosa di nuovo, propone di considerare aat. âla come semplice indebolimento di * wal qual che sarebbesi formato da vb. aat. qualian, quelian, ags. cvellan, uccidere, tormentare, e alansa come derivato da * qualiand, tormentante, pungente. Evidentemente qui il Faulmann non la cede al Menage in arditezza di congetture; ma è anche chiaro che nè il senso nè la forma sono favorevoli a simile ipotesi. Quanto al significato accessorio di “sordidezza, gretteria” dell’it. lesina, e fr. lesine che n’è derivato, pare ch’esso debba la sua origine ad un fatto storico (nè la cosa si saprebbe spiegare diversamente) ricordato così dal Menage. Lesine du livre italien intitulé Della famosa Compagnia della Lesina: le quel contient divers moyens de ménage. L’auteur, qui est un nommé Vialardi, feint que cette Compagnie fut ainsi appelée da «certi taccagnoni, i quali per marcia miseria et avarizia si mettevano insino a rattacconar le scarpette e le pianelle con le lor proprie mani per non ispendere. E perchè tal mestiere del rattac-