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2 | afro — agazzare. |
qui era facile il passaggio al senso di “apparecchio per la solennità annessa alla cerimonia”, e poi in generale a quello di “apparecchio, ornamento”, o come si esprime il Diez qui s’ebbe la transizione seguente: mettere le mani addosso-accomodare-equipaggiare. Il vall. è il solo dialetto che conservi tuttavia il signif. primitivissimo di “battere”: l’ing. to dub il mediano di “armare un cavaliere”. Probabilmente questo vb. a noi venne mediante il fr., che l’avea preso direttamente dall’ags., premessavi l’a. Di fatti in Italia comparve assai più tardi che in Francia, e poi solo coll’ultimo dei signif. Bl. adobare ricorre primieramente negli Stat. di Marsiglia all’ann. 1253, ed è riproduzione dell’afr. documentato sin dal sec. 11º in Raoul che ha la frase se douber armarsi, e adouber richement abbigliare sontuosamente. Anche in Francia però il ceppo ger. entrò non prima del sec. 9º, e il Mackel ascrive questo vb. al suo 2º gruppo. Der.: addobb-amento-atore-o; raddobbare.
Afro, acre, aspro, acerbo, forte (Cresc., M. Aldob., Lib. Cur. Mal.). Risp.: fr. affreux spaventoso terribile da fr. affre spavento orrore, svoltosi da afr. afre d’ug. sig., e inoltre piem. afr di signif. uguale al fr. Base comune: una voce ger. che diè ags. afor, aat. aibar eiver eifir, abfr. aibhor aibher amaro. È chiaro che l’it. s’attiene più strettamente del fr. e del piem. al ger. Evidentemente il fr. deve risalire al ramo abfr. Nel bl. non ricorre; e poichè in it. non è anteriore al sec. 16º e in fr. al 15º, è lecito supporre che q. vocab. sia entrato nel campo rom. solo nel medio-evo avanzato. Der.: afrezza, afrore.
Agazzare, eccitare, irritare (Monosini). Paralleli: fr. agacer d’ug. sig. Riflette ger. hazzan, venuto da * hatian, che produsse aat. hezzen mat. tm. hetzen eccitare, a cui sono forse connessi tm. Hass odio, hitzen riscaldare. La prefissione della particella rom. a contribuì alla conservazione ed all’indurimento dell’aspir. h in g. Secondo