Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
grappo — grappolo. | 211 |
ziano). Non credo a chi dice che questo nome siasi formato dal vb. grappare, e che questo provenisse dal solito ger. krappo, * grappa, aat. krapfo, tm. Krappen; e non lo credo perchè non è verosimile che un vb. denotante un’azione compientesi con un oggetto materiale abbia dato origine al nome dell’oggetto, poichè si verifica spesso il caso contrario (così zappare viene da zappa, arare da aratro, vangare da vanga). Inoltre come mai un vb. ital. sarebbesi formato direttamente da un nome ger., se prima questo non fosse già penetrato nelle lingue romanze? Quindi credo alla priorità del nome rispetto al vb. in it.; il che è poi confermato dallo sp. dove s’incontra bensì il nome grappa, grappon, ma non il vb., e dal prov. che ci presenta esso pure solo una forma nominale grapa; l’afr. conta i nomi crape, grape, a-grape, il fr. grappin, e dial. nor. ha grapper e pic. agraper, afferrare. Il bl. era agrapa che ricorre già nei testi del sec. 7.º; e riposa su ger. * krappa, forma parallela a krappo donde prov. grap. Deriv.: grappa-re-riglia, grappiglia.
Grappo, l’atto d’aggrappare, afferrare; grappolo (Fior. d’Ital.; Pecorone). Questo non è un doppione di grappa, ma parola derivata da ger. krappo che penetrò nel rom. prima della Lautverschiebung nel mat. krâpfe, tm. Krapfen. Dal concetto di “uncino” fondamentale in questa parola, si svolse quello di “afferramento” che è il primo di grappo; poi quello in generale di “qualche cosa che afferra”, che si restrinse poi a quello di “grappolo”, per la proprietà che ha questo di tenere insieme uniti gli acini dell’uva. Il prov. ha grap. Deriv.: grappella, grapposa.
Grappolo, ramicello a cui stanno appiccati gli acini dell’uva. Propriamente è dimin. di grappo, ma preso nel senso speciale “di tralcio di vite che tiene stretti ed uniti gli acini dell’uva”. Questa determinazione è tutta propria della lingua it. Deriv.: grappo-letto-lino-luccio.