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più nelle osterie e negli alberghi di lusso? è forse il bollire la cosa principale che si faccia nelle bettole? Dal lato poi della storia, il M. M.te Delacroix ci dice che una simil voce fu introdotta in Francia sulla fine del sec. 17º dai reggimenti tedeschi e svizzeri che stavano al servizio dei re francesi; i quali reggimenti è noto che massimamente nel periodo dei regni di Luigi XIV, XV e XVI, cioè dal 1660 al 1790, introdussero in Francia non piccolo numero di vocaboli riferentisi principalmente alla guerra ed all’arte culinaria, come ad es. bivouac, blocus, chabraque, sabretache, vaguemestre; cannette, choucroute, trinquer, ecc. Mi sembra dunque mostrato ad evidenza che il fr. gargotte che si rimbalzò nell’it. gargotta, sia voce veramente originata dal t. Garküche, nonostante quello che opposero il Diez ed il Littrè. I quali in sostanza vennero a dire che il fr. non aveva bisogno di togliere una parola dal t. perchè possedeva una radice dalla quale poteva averla derivata. Ora questo canone ha un valore assai relativo; giacchè il possedere già una radice o voce significante un determinato concetto, non impedì che le lingue rom. (e la cosa si può anche generalizzare) prendessero in prestito dal t. un numero notevole di voci, che si vennero a porre accanto alle preesistenti romanze d’ug. sig. Così l’avere già esse lingue orto non impedì che prendessero giardino, l’avere feretro e cataletto che ne derivassero bara, l’avere dente che togliessero zanna, l’avere nave che accettassero schifo e battello, e via dicendo. In t., oltre a Garküche, bettola, esiste anche Garkoch, pizzicagnolo, vendarrosto, dalla stessa radice. Il piem. ha gargota, da cui cavò gargotter, gozzovigliare.

Gas, fluido aeriforme ed elastico (Volta, Opere, 1, 2, 250). Questo nome inventato dall’alchimista Van Helmont di Bruxelles († 1644) probabilmente si connette al fiammingo geest, corrispondente al t. Geist da aat. geist; as. gêst, ol. geist, ags. gâst, gaést, ing. ghost “ciò che è soprassensibile, sopraterreno”. Non è difficile infatti il