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172 | gana — ganga. |
questo nome collo sp. galopo d’ug. sig., non sia un deriv. di galoppare formatosi sul territorio delle lingue neolatine; ma che sia provenuto direttamente dall’aat. [ga]-hloufo, -hlaufo, -loufo, -hloupho, -loupfo “corridore, corriere, cocchiere, istrione”. Questi sensi sono tali che presentano un passaggio facilissimo a quello del vocabolo italiano; e dall’altro canto la formazione d’un nomen agentis da galoppare avrebbe dato, se mai, galoppatore, e non galuppo, che esiste sotto la forma vicina di galoppo, ma come nomen actionis. In fr. corrisponde qui galopin, da cui forse l’it. galoppino.
Gana, voglia grande (Lippi, Malmantile, 1, 82). Il Minucci nelle Annotaz. al Malmant. dice che questa è voce spagnuola; e lo stesso ripete il Salvini. Pare adunque che fosse introdotta nel seicento. Ora il Diez la connette al vb. aat. geînon, che dal signif. di “aprir la bocca” potè passare a quello di “desiderare avidamente”, analogamente al prov. badar, l. hiare e al gr. χαίνω. Si può peraltro osservare che avendo il l. aureo ganea significato anche “piacere, diletto”, di là potè formarsi lo sp. gana. L’aat. geînon, diè il mat. ginen, tm. gáhnen d’ug. sig.; affini sono l’ags. ginjan, gánjan; aat. gîwen, gëwôn, mat. gíwen, gëwen, aprir la bocca. La rad. idg. ghi, donde ger. gi, trovasi pure riflessa nell’a. sl. zijati sbadigliare, lit. zioti, aprir la bocca; a. ir. gin, bocca; l. hisco, gr. χειά, buco, da χαίνω. (Il l. h e gr. χ corrispondono spesso a ger. g).
Ganga, matrice dei metalli e dei minerali; pietra a cui è attaccato il metallo nelle viscere della terra. In it. questa voce appare nel Salvini (Nicandro volg.) = Talor di ganga arida pietra ardendo, Cui non doma nemmen gagliardo fuoco =. Il fr. gangue fu usato dal Buffon Min. t. 2. Viene dal tm. Gang, andatura, cammino, che in mineralogia prese la determinazione di “vena, filone”. Questo è uno dei molteplici termini mineralogici che nei tempi moderni trapassarono dal t. nelle lingue neolatine. Non