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dere, divorare, sembra avere dato origine a questo vb. [sp. frezar, freza], molto più verosimilmente che un * frictiare formatosi dal l. frico, fregare; prestandosi assai la forma, e più ancora il senso di “mordere, divorare”. Quanto al * frig’ diare dal l. frigidus, proposto dal Flechia, mi pare anzitutto che non corrisponda per niente il significato; giacchè non è la sensazione del “freddo” quella che costituisce o cagiona il frizzo, bensì quella del “rodimento, del morso e della puntura”. Poi se il rom. avesse in questo caso avuto bisogno di formare un vb. nominale non l’avrebbe cavato dal l. frigidus, ma dalle forme aggettivali romanze da quelle derivate, a quel modo che l’it. da freddo ha tratto freddare, infreddare, raffreddare, e il fr. da froid ha foggiato un refroidir. Tornando all’aat frëzzan, questo risultò da un antico * fraëzzan con sincope dell’a atonico; e qui si può raffrontare il got. fraïtan, consumare, ing. to fret, rodere, con un participio in ugual modo accorciatosi; sing. frêt, pl. frêtun, per * fraêt fraêtun. Il prefisso verbale got. fra appare nell’aat. sotto la forma di fir, far, mat. tm. ver; e nel mat. da ëzzen col solito prefisso ver s’ebbe un nuovo vb. verëzzen collo stesso signif. di frëzzen che etimologicamente è con esso una cosa sola. Qui però voglio accennare anche un’altra ipotesi. Nel dial. di Montese, e fors’anche d’altri luoghi, esiste un frizzo, con significato di “freccia, cosa che punge”, venuto probabilmente dalla stessa radice di freccia, cioè dal bt. flitsch ol. flitz. Ora io domando se il vb. frizzare, pungere, e frizzo, puntura, non potrebber essere etim. la stessa cosa con frizzo, oggetto che punge, ma con signif. non più materiale, bensì morale; e quindi se non si potesse fare senza delle origini assegnate fin qui alla parola in discorso dagli etimologisti. Derivati: frizzamento, frizzante, frizzantino, frizzio, frizzo.

Fuchsia, nome d’un’erba che trasse il nome dal bavarese Leonardo Fuchs († 1565). Il cognome Fuchs pro-