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126 farda — fazzuolo.


Farda, belletto, imbratto, sornacchio (Franco, Son. 5º; Not. Malmant.). Questo nome, insieme col fr. fard d’ug. sig. risale all’anrd. , splendore, pulitura; donde il vb. aat. farawian, farawen, farewen, mat. verwen, varwen, tm. farben dar colore, tingere, pitturare; e i nomi aat. farawa, varawa, farowa, varewa, farwa, mat. varewe, varwe, tm. Farbe, colore, tintura; ags. färbu, isl. farvi, ol. verf, dan. farve, sv. färg, norv. fargie, sostantivi svoltisi dall’agg. aat. faro. Dall’aat. farwa originarono pure lit. párwas, colore, parvúti, tingere. Quanto al fr. fard, esso, secondo il Diez, procede immediatamente dal part. pass. di fárawîa, gi-farwit col quale in un gloss. ted. è reso il l. tincta. Ma poichè l’aat. presenta anche il part. passato farota (Otfried di Weissenburg, 4, 16, 30), che è ancor più vicino al nome rom., mi pare che a quello piuttosto che a gifarwit si potesse riannodare immediatamente il fr. fard, senza che siavi bisogno di farlo derivare mediante il suffisso rom. ard.

Il Diez veramente non parla che del fr. fard, in questo caso; tanto è vero che lo mette fra le parole che il solo fr. ha tratto dal t. A me sembra che anche le parole it. farda, fardata, infardare (Sacchetti, Nov. 106) le quali presentano il senso di “imbrattare” siano evidentemente la stessa cosa del fr. fard, e da ricondursi per conseguenza alla stessa origine.

Fazzuolo, quadrato di tela o seta da coprirsi il capo, o da soffiarsi il naso (Vita di S. Alessio). Il Diez rigettata la derivazione di questo nome [sp. fazaleja] dal l. facies, e tanto più dall’it. fascia, per il suffisso zzuolo che ripugna all’una e all’altra origine, lo trae dal mat. vëtze, tm. Fetzen, cencio, straccio, analogamente all’it. pezzuola significante ad un tempo “pezzo di panno” e “fazzoletto da naso”. Questa etim. ci pare tanto più accettabile inquantochè l’aat. presenta le forme faz, vaz [gen. fazzes], mat. vaz, che oltre al signif. di “vaso”, hanno anche quello di “legame, fascia, vestito”. Più