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luogo dove questa abita, piccolo possesso”, non è facile a spiegarsi. Probabilmente ciò dovette avvenire perchè nelle emigrazioni dei popoli barbari intere famiglie e schiatte si trasferivano da un luogo ad un altro per cercarvi una sede, una dimora; onde è verosimile che queste famiglie o schiatte fossero chiamate le fare ossia “le moventisi”; il quale nome una volta applicato ad una famiglia o schiatta era ovvio fosse dato anche al “luogo da essa occupato”, e finalmente “ai beni da essa posseduti”. Le espressioni del tm. fahrende Habe, mat. farnde habe, farndez guot, aat. faranti scaz, significanti tutte “beni mobili” parrebbero accennare che fara nel senso di “piccol possesso” s’applicasse solo al possesso di beni che le famiglie si potevano portare dietro da luogo a luogo. È utile del resto paragonare ai derivati della rad. ger. far quelli della rad. madre idg. per, par, por nelle altre lingue indeu. L’a. sl. ci offre prati, pirati, pera, essere portato; il gr. ha πόρος, traversata, πορθμός, stretto di mare, πορθμεύς, barcaiuolo, πορεύειν, πορθμεύειν, tragittare, πορίζειν, procacciare, poi περάν, trapassare, πειράω, tentare, πείρα, tentativo; in alcune delle quali voci gr. è notevole l’analogia con alcune ger. circa la restrizione del concetto generale di “movimento” a quello di “movimento fatto con nave”. Il l. poi ci presenta le parole porta, portus, peritus, comperire, periculum, experiri, experientia, tutte coll’idea di “movimento”, “luogo per cui si fa il movimento”, e poi di “pratica cognizione che s’acquista col movimento”. La quale gradazione ed evoluzione logica di idee ha un riscontro singolare nelle tre lingue greca, latina e tedesca. Così gr. περάν, πόρος, l. experiri, e t. fähren = muoversi; gr. πορθμός, l. porta, portus, t. Fart = luogo per cui si fa il movimento o dove si giunge. Infine gr. έμπειρος, l. peritus, t. erfahren = pratico. Il sans. dalla rad. par trasse piparti, piprati, tragittare. V. Grimm, Geschichte des deutschen Sprache, 396; Fick2 290; Curtius3 255.