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viii introduzione.

crede che appena 140 vocaboli italiani siano d’origine germanica. Ora questo è un errore gravissimo smentito recisamente dalla statistica; e fa maraviglia che i due ultimi scrittori abbiano potuto sostenerlo dopo gli studi del Du-Meril, del Fauriel, del Fuchs e sopratutto del Diez. Già il Muratori nella Dissert. 32ª delle Antiq. Ital.1 osservò acutamente contro al Maffei che se gli altri avevano peccato nel dare troppa importanza all’elemento germanico, egli aveva errato nel senso opposto col volerlo troppo attenuare, e notò che se si fossero conosciuti pienamente i dialetti delle province italiane, e massime di quelle dell’Italia settentrionale, l’influsso germanico apparirebbe molto notevole, benchè anche nella lingua scritta sia già cosa non trascurabile. E mettendo mano alle prove, il Muratori nella Dissert. 33ª rilevò che un certo numero di voci dialettali del Modenese sono d’evidente origine germanica. Questa opinione del padre della storia italiana, grande adunque pel suo tempo anche nel campo delle ricerche linguistiche, è poi stata mirabilmente confermata in appresso dagli studi del Biondelli, del Mussafia, del Rosa, del Pozzo, del Caix e dell’Ascoli; e apparirà anche più giusta quando si possederà interamente la lessicografia dei dialetti dell’Alta Italia. È certo che l’elemento germanico non ha nell’italiano l’estensione e l’importanza che ha nel francese, chiamato dal Burguy la più tedesca delle lingue neolatine; nondimeno v’ha una parte notevole linguisticamente e storicamente. Ma laddove l’elemento germanico nel francese è stato oggetto di studi nu-



  1. Milano, 1739.