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nire questa parola mediante il cat. coca, lad. cocca, occit. coco, pic. couque, significante ancor esso “focaccia”; anzi da queste parole rom. fanno derivato anche l’aat. kuocho, mat. kuoche, e tm. Kuchen. Però ultimamente il Kluge ha portato nuove vedute su questo punto. Egli adunque riguarda come originalmente ger. la rad. kak-an, kòk-an, cuocere, e da essa fa svolgersi l’aat. kuocho, mat. kuoche, tm. Kuchen, m. bt. kóche, ol. koek, scozz. cooky, ags. coecil, m. ing. kèchel, bav. kuëchel, chieckl [queste tre ultime forme dal dimin. got. * kôkila], ing. kake, sv. kaka, dan. kage [da got. * kakila], finn. kakko, lapp. gakko. Di più dalla forma kôkan sono venuti, secondo lui, cat. coca, lad. cocco, prov. coco, pic. couque, e le denominazioni romanze del paese della felicità, afr. Coquaigne, it. Cuccagna, sp. Cucaña, (donde m. ing. Cockaine, m. ol. kokinie), riposanti su un mlt. Côcania, formatosi come Germania, Alemania, Britannia. Ci pare che il Kluge abbia ragione per i seguenti motivi: 1.º perchè il giuoco della cuccagna ha l’aria d’essere d’orig. settentrionale, anzichè meridionale, precisamente come la festa dell’albero di Natale; 2º perchè il l. per esprimere l’idea di “focaccia” aveva altre parole; altre ne avevano pure le lingue romanze; il che rende più probabile che coca venisse dall’aat.; 3.º non c’è esempio di alcuna parola che passando dal l. nel ger. pigliasse nell’aat. la desinenza rinforzativa o. Quindi difficilissimamente si può ammettere che l’aat. kuocho, mat. kuoche, tm. Kuchen (che del resto è secondo ogni verisimiglianza più antico d’ognuna delle forme rom.) venisse o dal cat. coca, o dal prov. coco, o dal pic. couque, o dal lad. cocca; anzi la probabilità milita pel caso inverso.

Cuffia, scuffia, copertura del capo usata dalle donne, specialmente in casa (Boccaccio). Questa voce [sp. cofia, escofia, port. coifa, escoifa, fr. coiffe, vall. ing. coif, m. ol. coifie], immediatamente procede dal bl. cophea, cofia, cuphia, ricorrente già presso Venanzio Fortunato. La regi-