Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
cocca — colla. | 93 |
è troppo difforme. Il tm. kobalt passò anche nello sp. e port. cobalto, fr. e ing. cobalt.
Cocca, sorta di nave da guerra ora non più in uso (Villani). Venne coll’afr. coque, fr. coche, sp. coca, dall’aat. koccho, mat. kocke, a. ol. kogghe, kogghschip, ol. kogge, kog, bt. kogge, isl. kuggi, kuggr, sv. kogg [celt. cimb. cwch, bret. kokèt], d’ug. sig. Il primo scrittore it. che usa questa voce è il Villani (vol. IV, cap. 77, all’anno 1304) che l’adopera parlando appunto di navi dei paesi settentrionali [Guido conte di Fiandra armò ottanta navi ovvero cocche al modo di quel mare....]: il che conferma l’etim. ger. Però il Diez trae le forme ger. dal l. concha, guscio di conchiglia; ma la desinenza dell’aat. koccho, propria dei termini nativi di quel dialetto (cfr. balcho, braccho, fincho, heigro, skinko, ecc.) e che non ricorre mai nelle parole che l’aat. ha derivato dal l., rende inverosimile l’etim. del ger. dal l. o dal rom.; lasciando stare che non ci sono esempi in cui la n passando dal l. in t. siasi dileguata ovvero trasformata in c o g. E difficile mi pare anche l’ammettere che le voci rom. sian venute direttamente dal l., dal quale l’it. avea già tratto conca; poichè, anche prescindendo dal signif. molto diverso, resta a spiegare la trasformazione della nasale n nella gutt. durissima c. Io credo pertanto che cocca venga senz’altro dal ger., il quale sappiamo che, mediante i dialetti norv. e ol., ha fornito alle lingue neol. buon numero di termini di marineria e di navigazione, mentre non si sa che ne abbia ricevuti (v. Diez, Gramm. I, pag. 62).
Colla, fune o canapo con cui si tormentavano i rei veri o presunti (Villani). Credo che sia l’aat. as. quâla, châla, chôle, kôle, oppressione, martirio; donde mat. quâl, quâle, tm. Qual, ol. kwal, ags. cwalu. Il signif. specializzato non deve fare difficoltà; poichè il vb. aat. quellen, chollen aveva anche oltre al senso di “martirizzare”, quello di “porre in catene”. Dal che si capisce che la causa