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90 | cioncare — ciuffo. |
del fanciullo. Questa etim. è resa anche più probabile dal fatto che i Tedeschi sono sempre stati famosi pel bere, e che ci diedero parecchi altri vocaboli relativi a questa funzione. Il vb. t. penetrò anche nelle altre lingue rom., vb. sp. escanciar, port. escançar, afr. eschancer, lad. schianghiar, donde i nomi mlt. scancio, scantio, sp. escanciano, fr. échanson; ma sempre nel significato primitivo e fondamentale di “mescere, dare da bere” come tm. Mundscenck. Il tm. Scencke, osteria, viene ancor esso dall’aat. scenkio, scenko, servo che mesce da bere, svoltosi a sua volta dal vb. suaccennato. Il got. skagkian, manca.
Cioncare2, rompere, troncare (Pulci, Morg.). Questo vb. [lomb. s’ ciancà, s’ cincà, mod. sancar], ha l’apparenza d’esser d’orig. ger. Il lad. ha ciuncar, il valac. ciung, ung. tsonka d’ug. sig. Il Diez lo suppose venuto da ciocco, ceppo coll’epentesi di n. Deriv.: cionco, cioncare.
Ciuco, asino, somaro (Michelang., Rime). Probabilmente non è che un allotropo di ciocco nel signif. di “insensibile, duro”: di fatti dall’idea di “pezzo di legno” a quella “duro” il passo è facile. D’altra parte si dice anche volgarmente «duro come un asino». Deriv.: ciuca, ciuchino-etto-ettino-accio; ciucata-aio-eria-aggine; rinciuchire. V. anche Giucco.
Ciuffo, ciocca di capelli che s’alzano sugli altri nella fronte (Soldanieri, sat. 49; Buonarroti, Fiera). È voce d’or. ger.; ma non è ben certo se provenga dal mat. schoph, schopf [dimin. schöpfel, schopfil], tm. Schopf, d’ug. sig. [aat. *scopf, got. *skuppa, mancano; e in loro posto furon usati l’aat. e got. skuft, anrd. skopt, capelli del capo, donde anrd. skupla “cappello per donne vecchie”]; ovvero dall’aat. zoph, zopf, mt. zop, tm. zopf, (altre forme ger. v. sotto Toppo) significante “estremità, punta” ed anche “mucchio di capelli”. Per la forma è certo da preferire la prima etim., ed anche per una più rigorosa corrispondenza del concetto. Però il vb. acciuffare, e la frase