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camarlingo — camoscio. 77

stranezza; ma è confermato dall’ing. clap significante al tempo stesso “calappio” e “scoppio, applauso”. Di qui anche il tm. klapfen, percuotere. Deriv.: caleffadore, caleffo.

Camarlingo-merlingo, cameriere, tesoriere (Malispini). Col bl. camerlingus, sp. camerlengo, prov. camerlenc, fr. chambrelain, ing. chamberlain, procede dall’aat. chamarling, chamerling, mat. kemerlinc, n. at. kammerling, d’ug. sig. La voce ger. è un composto, di cui la prima parte era venuta dal vlt. camara, [dal gr. χαμάρα], e diè l’aat. kamara, mat. kamer, kamere, tm. Kammer; la seconda, linc, dovette probabilmente appartenere al vb. aat. lingan, mat. lingen, significante “affrettarsi, muoversi velocemente” [tm. gelingen = riuscire]. Per tal modo linc, linge, avrebbe denotato “servo veloce, pronto ai cenni del padrone”; della qual denominazione dei servi presa dalla “velocità, prontezza”, non mancano esempi nella storia. Deriv.: camarlinga-tico-to-eria-ona.

Camoscio, animale selvatico simile alla capra (Pulci). Il mat. ha gemeze, gamz, il tm. Gemse, da un aat. * gamuz, gamiza che il Kluge ritiene parola d’orig. prettamente ger., e lo Schade riporta al vb. gàman, scherzare. Quindi varrebbe “fiera che si trastulla”, forse pel suo arrampicarsi su per le rupi. Il qual nesso logico ricorre anche nell’ing. game che significa ad un tempo “giuoco, scherzo” e “selvaggina”. Ora, benchè il Diez s’opponga alla derivazione dell’it. camoscio, fr. chamois, sp. camuza, gamuza dal ger. per la ragione che la gutt. media di rado passando dal t. nel rom. si trasforma in tenue, pure noi collo Schade e col Kluge propendiamo per l’etimologia t., sia per la maggiore antichità della voce ger. rispetto alla rom., sia ancora perchè si tratta d’un animale proprio dell’Europa centrale. La difficoltà opposta dal Diez non ci pare molto forte, dacchè vedremo tra poco castaldo venire da gastaldan, colla trasformazione della media in tenue. E ben vero che lo Steub propose il celt.