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76 l’edera

al mare, una piuma nel cielo infinito. E le nostre pene più gravi, e tutta la nostra esistenza e le sue passioni ed i suoi orrori non sono che soffi di vento. Oggi siamo vivi, domani saremo morti; e solo allora potremo dire: tutto incomincia e nulla finirà...

Il vecchio asmatico sospirò ancora.

— Sia fatta la volontà di Dio, compare Virdis! Ch’egli mi prenda o mi lasci, per me ormai è la stessa cosa. Gli uomini come me, anzi, farebbero bene a morir presto. Che faccio io nel mondo? Sono di peso a me ed agli altri. Qualcuno, del resto, l’ha già capito benissimo e pensa a spazzarmi dal mondo come si spazza l’immondezza da una stanza o da una strada...

Dietro la porta Annesa sussultò: si mise una mano sulla fronte e cessò di respirare per ascoltar meglio. E la voce di prete Virdis risuonò di nuovo grossa e rauca:

— Aufh! Aufh! Che parole son queste, compare Zua? Perchè parlate così? E se vi sentissero?

— E credete voi che non ci sia qualche orecchio aperto per sentirmi, compare Virdis? Ogni porta, qui, ogni finestra, ogni buco è fornito d’orecchie per sentirmi, come ogni mano è pronta a colpirmi! Mi ascoltino pure: o che forse non parlo apertamente, in presenza di tutti?... L’eternità? — disse poi il vecchio, sempre più ansante e agitato. — Voi parlate dell’eternità, compare Virdis? L’eternità è in questo mondo, per chi soffre: ogni ora è un anno, ogni giorno è un secolo d’agonia. Ma basta, ripeto, sia fatta la volontà di Dio.