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270 | l’edera |
Annesa cambiò sovente di padrone: capitò finalmente presso un vecchio canonico soprannominato canonico Farfalla perchè camminava così lesto che pareva volasse. Canonico Farfalla godeva fama di astrologo perchè ogni notte, dalle piccole finestre della sua casetta posta sul confine del paese, guardava a lungo le stelle: quando accadeva qualche fenomeno celeste tutti ricorrevano a lui per spiegazioni.
Egli era un uomo colto, ma anche molto distratto. In breve Annesa diventò padrona della casetta e potè fare tutto quello che volle. Allora si acquistò fama di donna pietosa: fu vista dietro tutti i funerali, fu chiamata ad assistere i moribondi, a lavare e vestire i cadaveri prima che venissero chiusi nella cassa funebre: tutti i malati poveri, le partorienti povere, i paralitici poveri, ebbero da lei qualche assistenza.
E così gli anni passarono. Una volta donna Rachele venne a Nuoro per la festa del Redentore; andò a trovare Annesa, l’abbracciò, e piansero assieme; poi la vecchia dama, pallida e triste nel suo scialle nero, come la Madonna in cerca del Figliuolo morto, prese la mano della serva e cominciò a lamentarsi.
— I vecchi, tu lo sai, i vecchi sono morti. Rosa è sempre malata; Paulu è invecchiato; soffre di insonnia e di altri malanni. Anch’io, di giorno in giorno, mi curvo sempre più, cercando il posto dov’è la mia fossa. Abbiamo bisogno di una donna