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l’edera 257

non vuole, ma egli è deciso. Ah, ah, ora, ora! Ora s’è deciso. Angeli santi! Che ne dici, Annesa? Vuoi sposarlo?

— No, — ella rispose subito.

— Perchè non vuoi sposarlo?

— Prete Virdis, lei lo sa meglio di me!

— Io lo so? Sì, tu lo hai detto: vuoi fare una vita di penitenza. Così parli oggi, ma fra un mese, fra un anno, parlerai così ancora? Se rivedi Paulu non ricadi con lui in peccato mortale? E non è meglio, forse, che vi sposiate, ora, giacchè egli è deciso?

— No, no, mai! — ella disse con forza.

— Egli vuol vederti. Egli sa che sei qui, sa dove andrai, sa tutto, insomma. Dice che ti seguirà, che ti perseguiterà. È meglio che tu lo veda e gli dica ciò che pensi.

— No, no, — ella ripetè, supplichevole. — Non voglio vederlo. Prete Virdis mio, non glielo permetta!

— Ecco! Tu hai paura di rivederlo! È meglio, allora, che tu lo riveda; e fra voi v’intenderete. E se vuoi sposarlo sposalo pure, Annesa. Questa sarà forse la tua maggior penitenza: ma una penitenza che costerà molte lagrime anche ad altri innocenti. E Dio, vedi, Dio, ti ripeto, è misericordioso: Egli ti ha perdonato, e non t’impone di castigarti oltre misura: ma ti impone di non far più male agli altri, hai capito?

Ella lo seguiva con gli occhi: lo vedeva irritato, capiva che egli diffidava sempre di lei. Che fare? Che dire per convincerlo?