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Si alzò e cercò i fiammiferi.

— Ecco qui la risposta di Maria Antonia mia nipote. Dice che ha trovato un posto per te, presso una famiglia nuorese...

Nell’udire la buona notizia, ella provò quasi un impeto di gioia, ma improvvisamente tremò, come spaventata, e lasciò cadere il fiammifero acceso. La piccola fiamma violacea brillò e si spense: prete Virdis tacque; e nel silenzio, nelle tenebre, Annesa dimenticò ogni cosa passata, ogni cosa presente, per ascoltare la voce di Paulu Decherchi.

— Che fate, zia Paula? Dov’è prete Virdis?

Egli era entrato in cucina: la sua voce era seria, quasi dispettosa.

— Ah, ah, è lei, don Paulu? Micheli verrà, adesso. Venga su, in camera...

— Dov’è? dov’è?

— Venga, venga su.

Zia Paula lo precedette col lume: egli la seguì.

— Che vuole? — domandò Annesa, piano, e prete Virdis rispose sottovoce:

— Non so. Credo che egli dubiti, come lo dubitano tutti, che tu sii qui. Ecco, ti lascio qui la lettera: leggila. Vado. Coraggio!

Ella accese un altro fiammifero e lesse le poche righe scritte rozzamente.

« Caro zio,

«Mi sono subito occupata della vostra commissione. Ci sarebbe un posto buono per la donna che mi raccomandate. Il padrone sarebbe un pro-