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l’edera 241


— Ora ti prende la mania di nasconder la gente, poichè non puoi nascondere tesori. Falla venir qui quella donna.

Prete Virdis condusse Annesa nella cameretta terrena e lasciò sole le due donne. Zia Paula rassomigliava molto al cugino prete, col quale erano vissuti sempre assieme. Una volta aveva indossato la sottana, s’era messa la parrucca ed era andata da donna Rachele: Annesa, vedendola, l’aveva creduta prete Virdis.

— Spogliati e vieni a letto con me: se non vuoi coricarti a fianco mio, coricati a piè del letto, disse semplicemente la vecchia.

Annesa obbedì: il letto era abbastanza largo, e, sebbene non molto morbido, le parve un letto di piume.

— Da tante notti dormivo per terra, — disse. Ah, mi pare di essere entro una barca, e di andare lontano, lontano...

— Dov’eri, Annesa, si può sapere?

— Se sapeste! Ero nascosta nella sagrestia della chiesa di San Basilio.

— San Basilio mio! — esclamò l’altra, facendosi il segno della croce. — Sarà mai vero? Ed ora, perchè non sei ritornata a casa tua?

— Io non ho casa, zia Paula! Non sono tornata perchè la gente dice...

— È vero, è vero. La gente dice che tu hai fatto morire Zua Decherchi: lo hai fatto arrabbiare e non gli hai dato il calmante. È vero?

Annesa non rispose.