Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
l’edera | 233 |
non è grave, ma le colpe, anche le più piccole, devono scontarsi con un castigo. Annesa ha paura e non torna: vedrete che tarderà a ritornare, a ricomparire. I Decherchi affermano che non sanno nulla di lei: i due nonni, che nonostante il male che ha loro causato, vogliono portare il lutto per Zua Decherchi, non escono di casa e ricevono poca gente. Anche donna Rachele non si lascia vedere; Paulu è intrattabile, ed a chi gli domanda notizie di Annesa risponde:
— Ficcatevi nei fatti vostri. Ella è dove le pare e piace.
Chi chiacchiera volentieri è Gantine: quando ha saputo il fatto egli è ritornato in paese. Paulu, appena uscito dal carcere, gli ha domandato:
— Perchè sei venuto? Riprendi subito il tuo bagaglio e ritorna nella foresta.
— Come, perchè son venuto? E Annesa? Non devo pensare a lei?
— Annesa s’aggiusterà, anche senza il tuo ajuto. Vattene.
Ma Gantine s’è ribellato. Egli gira per il paese, chiacchiera, domanda e dà notizie. È corso nell’ovile di zio Castigu, ha bussato alla porta di prete Virdis. Annesa non c’è. La gente comincia a prenderlo in giro; molti gli dicono:
— Ma se Annesa è venuta da te, nella foresta! Forse avete fatto diverse strade!
Allora Gantine, che in fondo soffre ma non vuole dimostrarlo, fa credere di sapere dove Annesa si nasconde.