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20 l’edera


— Dio te lo paghi, sorella mia, — rispose l’altro, sempre mangiando.

— Sei venuto per la festa?

— Sì, sono venuto per vendere sproni e briglie.

L’altra gli versò da bere.

— Dio te lo paghi, sorella mia.

Egli bevette, la guardò, e parve vederla solo allora. I capelli di lei, soprattutto, attirarono i suoi sguardi.

— Sei la serva, tu? — domandò.

— Sì.

— Ma sei del paese, tu? Mi pare di no.

— Infatti non lo sono.

— Sei forestiera?

— Sì, sono forestiera.

— Di dove sei?

— D’un paese del mondo...

Ella andò nella camera attigua, poi uscì nel cortile, rientrò.

L’ospite povero profittò dell’assenza di lei per versarsi un altro bicchiere di vino, e diventò allegro, quasi insolente.

— Sei fidanzata? — chiese alla donna, quando essa tornò. — Se no, guarda se ti convengo. Son venuto per vendere sproni e briglie e per cercarmi una sposa.

Ma questo scherzo non garbò ad Annesa, che ridiventò triste e beffarda:

— Puoi mettere una delle tue briglie al collo di qualche donna, e così trascinartela dietro fino al tuo paese.