Pagina:L'edera (romanzo).djvu/205


l’edera 203


Poi i due uccelli in amore salirono fino all'elce vicino allo speco; e il loro strido di tenerezza e di piacere parve animare tutta la solitudine del grande paesaggio addormentato sotto il cielo vaporoso.

E Annesa ripensò al suo amante, nascosto come lei in luogo ignoto, e sentì tutta l’angoscia del bene perduto.

— Mi condanneranno... mi porteranno lontano lontano, in una reclusione oscura.

Là ella avrebbe ricordato il suo Paulu come gli angeli maledetti ricordano il Signore. E più nulla, più nulla di lui ella avrebbe posseduto; forse neppure il pensiero, perchè egli non poteva certo pensare a lei... assassina!...

— Perchè ho fatto questo? — si domandò cadendo in ginocchio. — Dio disse: non ammazzare, non fornicare... Io ho chiuso gli occhi alla luce di Dio, e sono caduta come cadono tutti coloro che non guardano dove passano...

E di nuovo pianse e battè la fronte sulla roccia; ma già una luce vaga la richiamava verso un punto lontano, e la guidava come la luce del faro richiama e guida il navigante attraverso le tenebre e l’ira feroce del mare in tempesta.