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Annesa, seduta sul limitare della porta, ascoltava e provava un vago sentimento di terrore. Ella non credeva in Dio, non credeva nel Giudizio universale; ma le parole del vecchio la spaventavano.

Finalmente ziu Castigu ritornò.

— Ehi, bandita, — disse scherzando, mentre penetrava carponi nello speco, e spingeva avanti a sè un recipiente chiuso, — ecco i soldati!

— Zio mio, — rispose Annesa, premendosi le mani sul petto, — non parlate così; non è tempo di scherzare! Ditemi... ditemi...

Egli penetrò, si sollevò, le porse il recipiente che era colmo di latte coagulato.

— Ditemi... ditemi...

— Don Paulu non è stato ancora arrestato, ma lo cercano da per tutto... Cercano anche te; hanno perquisito tutte le case del vicinato, la casa di zia Anna, la casa di prete Virdis, la casa di Franchisca Perra.

Annesa ascoltava, con gli occhi spalancati, come svegliatasi di soprassalto da un sogno profondo.

— Dove sarà egli? Dove credete che sia?

— Eh, colomba, l’ho dentro la mia saccoccia, — disse il pastore, mettendosi una mano in tasca. Che posso saper io? Bevi un po’ di latte... Mangia questo pezzo di pane.

— Raccontatemi, — ella insistè. — Siete stato laggiù?

— Sono stato laggiù: ho parlato con prete Virdis. Egli crede che non risulterà nulla, poichè vi