Pagina:L'edera (romanzo).djvu/19


l’edera 17

dietro il cavallo. — Come, non hai ancora preso marito? Dove leghiamo il cavallo? Qui, sotto la tettoia?

— Sì, fa da te, — rispose donna Rachele. — Fa il tuo comodo, come se tu fossi in casa tua. Lega il cavallo qui sotto la tettoja, perchè la stalla è ingombra di sacchi di paglia.

Annesa provò quasi gusto al sentir donna Rachele mentire.

— Sì, — ella pensò con amarezza, — la festa non è bella senza ospiti, ma intanto anche i santi devono dire qualche bugia perchè il tetto della stalla è rovinato e non si trovano i soldi per accomodarlo...

— Le tue sorelle stanno bene? — domandò poi donna Rachele, aiutando l’ospite a legare il cavallo. — E la tua mamma?

— Tutti bene, tutte fresche come rose, — esclamò l’uomo, traendo un cestino dalla bisaccia. — Ecco, questo, appunto, lo manda mia madre.

— Oh, non occorreva disturbarvi, — disse la dama prendendo il cestino.

E rientrò nella cucina, seguita dall’ospite, mentre Annesa, triste e beffarda, si curvava davanti al fuoco e batteva leggermente un uovo sulla pietra che serviva da focolare.

Rosa scese pesantemente dal carro e rientrò anche lei, curiosa di sapere cosa c’era dentro al cestino.

Nella camera del vecchio asmatico, che serviva anche da sala da pranzo, la tavola era apparec-