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l’edera 177




VII.


Alle tre il morto fu portato via. Annesa rifece il lettuccio, rimise tutto in ordine, e i nonni e donna Rachele scesero e continuarono a ricever la gente nella camera dov’era morto il vecchio.

Dopo i funerali prete Virdis ritornò e sedette accanto a donna Rachele, domandando se Paulu era tornato.

— Questa mattina l’hanno veduto uscire, — continuò il grosso prete, che teneva sempre in mano il suo fazzolettone rosso e turchino. — Errore sopra errore. Sì, cari miei, da ieri ad oggi avete fabbricato un edifizio di errori. Speriamo non crolli...

— Che vuol dire con queste parole? — domandò don Simone; ma prete Virdis agitò il fazzoletto e tacque. Annesa però notava con inquietudine che egli volgeva vivamente la testa ogni volta che la porta s’apriva. Pareva che egli aspettasse qualcuno, ma quando le persone entravano reclinava la testa e agitava il fazzoletto senza pronunziar parola; e solo verso il tramonto s’alzò e si congedò.