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l’edera | 139 |
letto. Il tuo giramondo non tornerà, sta pur sicura, non tornerà. È inutile che tu lo aspetti, sai, bella; egli a quest’ora non pensa a te.
Ella cessò di sbadigliare e di tremare.
— Cosa? Cosa? Cosa dite?
— Nulla. Dicevo... che la medaglia possono portarmela via, anche la medaglia... ma gli occhi no... ma le orecchie no...
— Continuate! — ella disse, minacciosa.
— Niente, ho finito. Va a letto, ti dico, e non prendertela con me se il giramondo non torna. Ti ho detto che non pensa a te... stanotte.
Era troppo. Un velo copri gli occhi di Annesa: incosciente ella si alzò, trascinandosi dietro la coperta che di nuovo abbandonò in mezzo alla camera: si precipitò contro il vecchio, gli si gettò addosso, gli mise le mani intorno al collo. Una specie di rantolo le usciva dalla bocca spalancata: tutto era tenebre e fragore intorno a lei, ma il vecchio ebbe la forza di strapparsi dal collo le mani che volevano soffocarlo, e cominciò a gridare:
— Aiuto! Aiuto!
Ella non tentò di fargli oltre del male, ma gli disse a voce alta:
— Se non state zitto vi strangolo davvero!... Provate un po’ a gridare ancora! provate un po’!
Egli ebbe paura della minaccia e non osò più gridare, ma si portò le mani al collo, con un istintivo moto di difesa, e curvò la testa, curvò le spalle, e tremò tutto, vinto da un terrore infan-