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Annesa

solleva il capo e lo guarda, presa da viva pietà.


Hai ragione, Paulu!... Io devo... devo restare.

Paulu, senza guardarla, approva col capo, sempre cupo.


Annesa.

Ma tuo nonno... tua madre... non mi scacceranno?

Paulu.

Non possono farlo.... Forse, chiederanno che io ti sposi.

Annesa.

Ah, no!... Finchè essi vivranno, non acconsentirò mai!

Paulu

indifferente.

Come vorrai.... Non ti scacceranno ugualmente.

si riscuote, la guarda: — lo stato di prostrazione di Annesa lo commuove, e le si avvicina alquanto: — poi, con voce calma.


Dunque, rimani?


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