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- Signori!
Onorato dal cortese suffragio de’ miei Colleghi di Facoltà per aver a leggere in questa solenne occasione, e tenendomi nell’àmbito de’ miei studj professionali, io ho divisato d’intrattenervi sull’Economia politica, una disciplina che per l’indole del suo soggetto ed assunto, e comunque limitata per la sua competenza nei riguardi d’altre discipline congeneri, tocca però per vario modo alle fibre più intime e sensibili della vita sociale, e intorno a cui s’affollano in oggi le più ponderose e travagliate questioni.
Nelle quali tuttavia io non mi sono sentito di entrare con appropriato discorso; e rimanendo in un campo più generale, Vi parlerò invece della Economia politica in relazione all’odierna Sociologia, e quale scienza speciale a sè, toccando alcunchè del suo metodo, con qualche riferimento a quel metodo matematico che oggi le verrebbe raccomandato da illustri scrittori, per chiudere con alcune più concrete dichiarazioni dal punto di vista delle convinzioni mie personali. Il tutto per rapidi appunti, a fine di non abusare troppo a lungo della gentile vostra condiscendenza.
E mi sarà insieme occasione anche per qualche riscontro con discipline di differente sfera; all’uopo, se non altro, di rendere meno esclusivo ed ingrato il mio principale argomento.
I.
Tardi venuta nel consorzio delle discipline morali e sociali; espressione logica di quella aspirazione caratteristica dei tempi moderni, e che maggioreggia di più in più venendo all’età nostra, verso un crescente progressivo benessere, che si compendia nel concetto generico di Ricchezza; intesa dapprima quale arte empirica di Stato o in sussidio unicamente di essa, e poi via via elevata a dignità propria di scienza; costrutta in parziali si-