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lore e della sua legge, quella che or ora accennava del grado finale di utilità.— Un calcolo quest’ultimo, che si denomina oggi edonico o edonistico (hedonical Calculus), ossia letteralmente del piacere (of pleasure and pain); e nel quale il Jevons ravvisava il punto più originale della sua concezione, il cardine e l’essenza di quella che avrebbe ormai dovuto essere, la forma definitiva dell’Economia teoretica: — ridotta essa medesima, puramente e semplicemente, come altri avvertiva, alla Scienza del valore (8).
Una specie di Algebra pertanto, o meglio di Meccanica razionale; e al pari di questa, un problema generale di massimi e minimi (un massimo di effetto utile, o un minimo di sacrificio, il principio del minimo mezzo fra gli Economisti); tale insieme per la qualità dello strumento metodico, e a processo essenzialmente deduttivo; ed è poi da notarsi come il Jevons reputasse che l’Economia, così formalmente ridotta a disciplina matematica, potesse col tempo aspirare financo al grado di scienza esatta: quella volta, cioè, che la Statistica riuscisse a determinare in via numerica i dati delle sue formole.
Viceversa, non disconosceva che altri si fosse condotto o potesse comunque condursi ai medesimi suoi risultati anche senza l’ajuto del calcolo, comunque in forma meno precisa, e con assai maggiori difficoltà, al modo d’altronde che avviene anche per il Calcolo logico; e senza che ciò nulla sottragga, per suo avviso, al carattere sostanzialmente matematico della scienza, quale veniva da lui concepita.
Nè d’altra parte sarebbe da arrestarsi alla difficoltà, punto scientifica, che di tal modo l’Economia (alla pari del resto di qualche altra scienza, anche fra le più utili e pratiche) venga a trasferirsi nelle più remote e meno accessibili regioni dell’analitica; dappoichè, come suggeriva il Marshall, vi sarebbe modo anche qui di corrispondere alle esigenze dell’uso comune, abbattendo a edificio compiuto l’impalcatura che ha servito alla sua costruzione, e contentandosi di tradurre in linguaggio ordinario e senza apparecchio di simboli tutto ciò che concerne il fondo delle idee e del processo logico, e i risultati. Ed è così, per esempio, che aveva usato il Cournot nella seconda delle sue opere economiche; come già in altra sfera, e in forma assai meno accessibile alla comune, il grande autore della Meccanica celeste nel successivo suo libro del Sistema del mondo; e come d’altronde si pratica generalmente nelle opere di divulgazione.
La difficoltà vera ed il dubbio sarebbe per conto mio d’altra specie; e concerne, non punto (come già diceva) la competenza in genere del cal-