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54 | PRIMI SUCCESSI. |
le sue osservazioni, raffrontandole con quelle d’altri luoghi, e presentò la memoria al vecchio professore. Lo scritto venne accolto con gran diffidenza e freddezza,
quasi egualmente risplendente che la convessa. Questa differenza potrebbe per avventura porre in dubbio la generalità delle osservazioni, poichè, qualunque sia la cagione della diminuzione della luce, essa deve agire egualmente in tutta l’estensione del crescente. Se però si riflette ad un altro fenomeno, che si osserva nelle massime elongazioni, facilmente si renderà ragione del presente. Nella massima elongazione pertanto alle volte una delle punte del crescente pare ottusa, e l’altra acuta; locchè è cagionato dalle ombre dei monti di Venere, i quali sono altissimi. Ora, sebbene nel caso nostro le ombre non possano in verun modo farci comparire ottuse le estremità del crescente, per non essere ivi la sua larghezza maggiore di un quarto di secondo, possono però toglierci la vista del lembo interiore, in cui la diminuzione della luce più sensibilmente si manifesta. In oltre, dee confessarsi, che quando il crescente è sì tenue e sottile, sebbene le sue estremità non sieno coperte da qualsiasi ombra, nondimeno non si potrà in essa sì agevolmente distinguere la diminuzione della luce, a meno che l’aere non sia sommamente chiaro, e di una non ordinaria perfezione i telescopi e l’occhio molto esercitato in questo genere di osservazioni. Nel qual caso egli è veramente una scena interessante il vedere come il lembo inferiore, sino all’estremità, gradatamente svanisca e divenga pur così debole, come in tempo di giorno; e dove incontransi delle ineguaglianze, si confonde col colore del cielo.
Questo fenomeno pare che dimostri assai chiaramente l’esistenza di un’atmosfera in Venere. Poichè, sebbene egli sia un principio incontrastabile, che sulla superficie illuminata di un