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34 | PROPOSTO PROFESSORE A PALERMO. |
cedere. È ciò che fece con addoppiata lena di animo, con inalterata tenacità di volere. Tuttavia, in mezzo alla varietà delle discipline cui s’era consecrato, le sole matematiche, e in ispecial modo l’astronomia, aveano intieramente guadagnato il suo cuore; e in esse la sorte eragli stata tanto amica da fargli trovare, come si accennò, non un semplice maestro, ma una guida ed un padre nello stesso Jacquier. Matematico, filosofo e letterato insigne, questi non aveva tardato a distinguere le qualità dell’allievo, giù da lui sperimentate in seri lavori; e, amante della scienza e del benefico lume di lei, attendeva il momento per avviare su più degno e proficuo cammino il valoroso e giovine Teatino.
Vuota, per la morte di Niccolò Cento, la cattedra di calcolo sublime presso l’Accademia degli Studi in Palermo, viene proposto — e dal Jacquier sostenuto — a quell’ufficio, che non tardò ad accettare: indi, presago di migliori destini e pieno di speranze, recasi nel 1780 nella metropoli della Sicilia.