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22 SUOI PIÙ CELEBRI UOMINI.

Lorenzo Boturini Benaducci; e Pietro e Cesare Ligari, padre e figlio, pittori pregiati.



    Nel 1746 pubblicava in Madrid la sua opera: Idea de une nueva historia general de la America septentrional, funduda subre material copioso de figuras, symboles, caracteres y geroglificos. Il dotto B. Biondelli nel suo Evangeliarum, epistolarium et lectionarium aztecum sive mexicanum, ecc. lo qualifica per vir doctrina pollens, e l’abbate Brassena de Bourbourg (Histoire des nations civilisées du Mexique, ecc.) facendolo francese — pretensioni solite! — così esprimesi sul conto del señor de la Torre y de Horro, ossia del Boturini. «Il cavaliere Boturini Benaducci, passato al Messico, aveva impiegato otto lunghi anni e penose ricerche a radunare i documenti oggi passati per la più parte nella collezione del signor Aubin. Avare suscettività lo impedirono di continuare; fu preso, privato di tutto quanto possedeva, imprigionato co’ malfattori e dappoi tradotto in Europa per esservi giudicato. Il re di Spagna, dice Humboldt, lo dichiarò innocente, dichiarazione che non gli valse la proprietà. Tali collezioni, delle quali Boturini pubblicava il catalogo alla fine della sua opera, restarono sepolte negli archivi del vicerè al Messico. Furono conservati con sì poche cure questi resti preziosi della cultura degli Aztechi, che oggi appena esiste la ottava parte dei manoscritti geroglifici tolti al viaggiatore italiano.»
    Se non che i sette ottavi restanti sarebbero andati perduti se il paziente e laborioso Aubin non ne avesse dappoi raccolto il più gran numero. L’Aubin dice che dopo molte dispute suscitatesi tra le autorità della Nuova Spagna, il Consiglio delle Indie, Boturini e i suoi eredi, tra i dotti del Messico e l’Accademia storica di Madrid, il re di Spagna per terminar la cosa, ordinava