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LA VALTELLINA - TERRE PRINCIPALI. |
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gno e Traona; oltre i due contadi di Chiavenna e di Bormio. L’atmosfera delle Alpi, le scene grandiose della natura fisica, tutto sembra concorrere a dare ai Valtellinesi un carattere proprio, un’individualità spiccata: onde e’ confermano quella vecchia sentenza, che tra le montagne e le isole le genti risentano un peculiare sentimento della civil loro unione, un affetto speciale al luogo natio. Popolazione, specie ne’ paesi superiori, robusta e grande; fisionomie rilevate; donne belle, fatticcie, con forme piene, occhi grandi e di grigio bruno, capelli castani, faccie rotonde e colorate, nel brevissimo tempo che sono belle, come nota il Cantù. Tra le varie signorie, che pesarono sopra a’ Valtellinesi, quella dei Grigioni riuscì delle più lunghe ed oppressive; e contro le sevizie e i maltrattamenti di essa protestarono col Sacro macello, che non li condusse però alla desiata meta. Onde, fatti oggetto d’invidia, per ragion di postura, fra la repubblica di Venezia, il Milanese, la Rezia e la Germania, non poterono mai rivendicarsi a quell’autonomia ch’è tanto agognavano. Sorti in libertà nel 1797, e aggregati poi dal Buonaparte alla Repubblica Cisalpina, trovaronsi dal 1814 sudditi austriaci nel regno Lombardo-Veneto; e allora che vennero le lotte dell’indipendenza nazionale, furono i Valtellinesi tra’ più caldi e generosi difensori del paese, allo Stelvio, al Tonale e in ogni successivo fatto di guerra. E dopo ch’ebbero dato alla penisola strenui e benemeriti difensori, dai loro monti ci vennero ministri, funzionari, deputati e pubblicisti, i quali as-