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avrebbe dovuto essere tessuta da un uomo della scienza; chè le alte e profonde speculazioni cui quegli consacrasi, non si possono meglio apprezzare che da speciali intelletti, da gente fornita di saper vasto ed elevato. — Nè men ritrassi, io, per amor vivo di cooperare, per quanto debolmente, a onorar un tant’uomo, mercè il felice disegno d’un monumento nel suo natale paese; nè men distolsi, così per offrire una prova di affetto, debole, sì, ma costante e indelebile, a una delle più generose provincie italiane, la Valtellina.

Non ho la pretensione di essere riuscito; sarebbe pueril vanità; nodro solo un po’ di fiducia d’aver quasi detto l’ultima parola, se però si riguardi alle notizie della vita e alquanto alla natura ed indole dell’uomo illustre. Un libro, poi, che con critica sottile e severa avesse passato ad esame le opere del fondatore della Specola palermitana, parmi anche non avrebbe, sotto certo aspetto, risposto al desiderio dell’universale: chè, se adattatissimo a’ sapienti in astronomia e nel calcolo sublime, sarebbe sempre rimasto al di