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DOPO MORTE. 131

lo salva da ogni acerbo criterio di velleità partigiane; scienziato, è tra le individualità che stamparono più gloriosa orma nei progressi moderni delle speculazioni

    minori encomi gli profusero i dotti del secolo; ma noi non intendiamo d’elogiare ai veggenti il fulgor della luce.
    » Cittadini di questo lembo estremo del suolo italiano — la Valtellina — , non ci si gridi immodesti, se non ci teniamo ad alcuno secondi nell’amore d’Italia: come allo Stelvio ed al Tonale, così nelle pianure del Po ed in Sicilia, i nostri figli si confusero, le armi in mano, agl’Italiani fratelli. Ed ora a questi noi ci volgiamo con fiducia libera e piena.
    » Noi facciamo il nostro invito a tutti i Municipi e Provincie della penisola, a tutte le Università, a tutti i Corpi insegnanti, pregandoli vengano in soccorso dell’opera nostra. E ci volgiamo con grande fiducia a’ sensi patriottici dell’intero giornalismo, questo moderatore della pubblica opinione, perchè ci accordi generoso e valido il suo appoggio coi facili mezzi ch’egli possiede. — Dalla lira italiana all’insù è accettevole ogni offerta; e la Commissione infrascritta, istituita dal Consiglio Comunale per l’attuazione del votato monumento, farà studio per la pubblicazine del nome dei generosi, man mano che si riceveranno le offerte.
    » Certi che tutti i comuni di Valtellina risponderanno solleciti all’invito, noi non lo siamo meno per quelli dell’amata penisola: e così lo straniero che visiterà il nostro Ponte, potrà infine vedere che appiè di questi gioghi alpini, dove i figli d’Italia fecero sempre le prime prove delle armi, resi liberi ed uni, sonosi dati il fraterno amplesso, innalzando un monumento alla Scienza.»

    Ponte, addì 8 settembre 1865.


    I Membri della Commissione:
    Prof. B. E. Maineri, presidente:
    prof. L. Guicciardi, vice-presidente; avv. Ortensio Piazzi:
    Francesco Patrizi, Sindaco: ing. Quadrio Camillo;
    ing. L. Marchesi, segretario-cassiere.