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DOPO MORTE. 129


E, quasi ciò non bastasse, nel marzo del 1866 il Gallo donava a Ponte di Valtellina l’effigie dello scuopritore di Cerere, dipinta dal chiaro Giuseppe Di Marzo sull’originale del suo celebre maestro, cav. Giuseppe Patania, uno dei migliori ristauratori dell’arte in Sicilia. Questo ritratto è oggi ornamento della sala municipale di Ponte, e porta nel vano inferiore della base questa iscrizione:

«Espose e numerò le stelle fisse
E in ciel, nuov’astro, il suo gran nome affisse.»

Un dotto uomo, il teologo Luigi Guicciardi, degno concittadino al Piazzi, nel 1828 ne celebrava solennemente in Ponte la memoria; e, nel 1846, il centennario natale con poetici omaggi: nessuno più di lui gli portò affetto in patria, nessun più di lui fece per onorarne con degno monumento il nome.1

No’l consentì la difficile ragione dei tempi; ma risorta l’Italia ad unità, l’idea fu accolta dovunque con plauso2, e Ponte ebbe in suo seno il maggior monu-

  1. Il monumento, allora, doveva consistere in un busto grande come il vero, di marmo statuario di Carrara, con analoga base di marmo di Bardiglio, portante nelle faccie le rispettive iscrizioni, ecc. Se ne trattò nel 1827 e dappoi, ma sempre invano, sebbene nessuno più del Guicciardi vi potesse porre cura ed amore.
  2. Ecco il programma di sottoscrizione nazionale, che la Commissione eletta in Ponte diffondeva nel 1865 in paese.
    «L’Italia risorta onora i suoi Grandi. La coscienza dell’es-