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pregio minore, se non più grande, nelle opere italiane, dove la purità dello stile va di pari passo con la giustezza de’ vocaboli, la precision loro, la scelta; e ne fu prova l’accoglienza stessa incontrata in Italia dai suoi Elementi d’Astronomia, e più l’invito giuntogli dall’Accademia della Crusca di lavorare, con altri pochi eletti, nella parte scientifica, alla correzione del Vocabolario. Onde vedemmo di recente i compilatori di esso, per la quinta impressione, sapientemente valersi, come testo di lingua, delle Lezioni elementari di Astronomia di Giuseppe Piazzi. — Vincenzo Monti, letterato e poeta, chiarissimo, difficile, come tutti gli uomini di sua condizione, alla lode nelle quistioni di lingua, e specchiatissima autorità in questa materia, gliene rendette pomposo omaggio con le seguenti parole: «E dove mettete le opere d’un Oriani e d’un Piazzi, a’ di cui nomi i dotti di Europa s’alzano con rispetto?.... E non è nostro egualmente quell’altro gran lume dell’Astronomia, lo scuopritore di Cerere, che col suo nuovo catalogo di 7000 stelle, da lui tutte replicatamente osservate, ed esattamente descritte, ha sepolto in eterna dimenticanza tutti i cataloghi antecedenti? Immenso lavoro, che negli annali astronomici fa epoca gloriosa; nè devesi preterire, che la scoperta di Cerere diede ad altri rinomati astronomi occasione di ritrovare successivamente tre altri nuovi pianeti.»


Ormai il nome di Piazzi era acquistato all’immortalità, e il mondo scientifico lo aveva in quella riverenza ch’è dovuta agli uomini di genio.