qualche bel rosaio; chè oramai il solitario luogo, l’esser fuor di strada, coperto e nascosto da ognuno, mi davano buona speranza, che prendendo quella medicina, d’una bestia di quattro gambe e carponi, ritornerei uomo diritto in su due piedi, e potre’mene agevolmente andar libero a mio viaggio. E mentre ch’io ondeggiava nel mar di questi pensieri, e’ mi parve veder così da discosto entro a un fronzuto boschetto una valletta assai spaziosa, fra le varie erbette e i ridenti virgulti della quale rosseggiasse lo acceso color delle fresche rose: perchè entro al mio cuore, che non però era d’asino affatto affatto, nacque un pensiero, che dove fra le riposte ombre scintillava lo splendore de’ lampeggianti fiori, ivi proprio fusse il ricettacolo di Venere e delle Grazie. Laonde, pregato Dio che ne desse prospero e felice successo, mi diedi a correr sì forte, ch’egli mi pareva essere, in buona fe’, non un asino zoppo e stracco, ma un valente cavallo: con tutto ciò il mio veloce sforzo non potè vincer la crudeltà della mia fortuna; conciofussecosachè come più ratto m’appressai al luogo, mi accorsi che quivi non eran le vive rose bagnate delle divine gocciole di nettare e di rugiada, le quali generano i felici rovi e le beate spine; nè vidi valle alcuna, anzi mi si appresentò la margine della ripa d’un fiume ripiena di spessissimi arboscelli, i quali erano di molte frondi rivestiti, e grandi non altrimenti che si sieno i nostri allori; e quelle che mi erano parute rose, erano alcuni fiori in modo di calicetti senza odore alcuno rosseggianti, i quali lo ignorante vulgo di quel paese, con villeresco vocabolo, le chiama rose d’alloro, ovvero rose laurine, il cibo delle quali tiene ognuno per certo che sia velenoso a tutto il bestiame. Ritrovandomi adunque fra tante fortune, schivo oramai della propria salute, spontaneamente bramava pigliare il veleno di quelle rose: e in quel tempo che io me ne andava così pian piano per pascerle, un certo giovane, secondo il mio giudicio quell’ortolano al quale io aveva poco avanti guasti tutti