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64 DELL'ASINO D'ORO

a disgombrare questo pensiero: e per non tornare a casa colle man vote, accortami d’un che con un paio di forbice tondava certi otri di pelle di capra ben gonfiati, perciocchè quelle tondature erano bionde, e simili a’ capelli di quel giovane, io ne ricolsi parecchi, e mostrando che fussero di colui, gli portai alla mia padrona: e così ella in sul farsi sera, anzi che tu arrivassi da casa Laura, tutta conturbata salse sopra d’un certo tavolato ch’è sulla più alta parte della casa; il qual luogo ella, per esser comodo all’arte sua, usa massimamente quando vuol fare di segreto qualche incanto: e come prima vi fu arrivata, col suo solito apparecchio ella spiegò la pestifera bottega. Quivi era d’ogni ragione spezierie, e piastre di metallo piene di non conosciute lettere; quivi si scorgevano delle naufraghe navi mille rimasugli; quivi si trovavan de’ sepolti corpi infinite membra; di quello il naso, di questo le dita, e di molti appiccati per la gola i carnosi calli; più là era un’ampolla di sangue di morti da omicida coltello, e da un altro canto stava un teschio d’un uomo stato da cruda fiera divorato. E avendo dette molte parole, sopra tutte quelle cose vi spruzzò su acqua di fontana, latte di vacca, mele di monti, eziandio della cervogia; e avviluppando que’ capelli insieme con molti odori, gli gittò