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edette vecchiarde si trasmutano d’animale in animale, com’elle vogliono, sì nascosamente, ch’elle ingannerebbon gli occhi del Sole e della giustizia; e or sono uccelli, or cani, e poco poi e topi e mosche; e allora con loro empie parole velano gli occhi di queste guardie con nebbia di sonno foltissima, e non sarebbe alcuno che potesse raccontare quante trappole trovano queste male femmine per saziar la loro disonesta rabbia: e nientedimeno, egli non si dà per guiderdone di così faticosa faccenda mai più che la mercede di quattro o al più sei ducati d’oro. Oh (quel che importa più, ed io me n’era quasi scordato), se alcuno non restituisce poscia la mattina il corpo intero siccome egli era, tutto quello che si li trovasse manco, tutto quello è sforzato il guardiano a rappiccargliele col viso suo. Avendo io adunque inteso queste cotali cose, non impaurito miga per così gran pericolo, anzi facendo un cuor di leone, me ne andai dal banditore, e dissi: Olà, non chiamar più, ecco il guardiano apparrecchiato: quanti danari si danno? Sei ducati saranno depositati: ma vedi, quel giovane, guarda che tu custodisca con diligenzia da queste male arpie costui, che è figliuolo del primo gentiluomo di questa città. Tu vuoi la baia, non è il vero? dissi allotta, e da’mi ciance: non vedi tu un uomo di ferro, e da non dormir mai, che vede più discosto che Linceo, o Argo? io son tutt’occhi finalmente. Appena aveva io finite queste parole, ch’egli mi prese per mano, e condussemi a una certa casa: nella quale, perciocchè le porte eran serrate, io entrai per uno sportello, dove mi fu mostro una certa stanza che aveva chiuso l’uscio e le finestre, ed era tutta scura; appresso della quale si sedeva una matrona tutta piena di lagrime, e vestita a bruno; a cui disse quegli che mi menava: ecco costui, il quale è condotto alla guardia del tuo marito, venuto senza paura veruna. Alle cui parole ella, mandandosi parte de’ capelli che le pendevano dinanzi, da un lato, e parte dall’altro, nè potendo fra tante lagrime nascondere la