siderazione del fatto suo, e pensando quanto è maggiore e più nobile la cagione del suo effetto, mi venne voglia d’implorar l’aiuto suo, che oramai mi cavasse di così brutta servitù. E parendomi (e nel vero egli era così) aver macchiata la coscienza dalli miei grandi e moltiplici errori, e spezialmente di quello che mi aveva porto occasione della presente trasmutazione, e ch’egli facesse mestiero di qualche grazioso intercessore appresso d’una tanta maestà; mi ricordai tutto ad un tratto, che i miei maggiori avevano sempre avuto per lor peculiare avvocato quel barbato vecchione, che ne fe copia colla sua eloquenzia e dottrina de’ misteri degli antichi Ebrei. E voltomili col cuore, poich’io non poteva colle parole, lo pregai il più umilmente e devotamente ch’io seppi, che m’impetrasse dalla bontà di Dio perdono e grazia. Nè fui pervenuto prima al fine della mia orazione, che di nuovo m’ingombrò un sonno maggior del primiero; e parvemi così fra ’l sonno udire un venerando vecchione, che mi disse: Vivi lieto, il mio Agnolo, vivi lieto; penetrate sono le preci tue nel cospetto del primo Motore: e però come prima quello che a voi mortali ne rende la luce, avrà illustrato il vostro mondo, prendi sicuro e allegro la strada verso la città, e la prima donna che tu trovi, che sarà una bellissima giovane, ma con aspetto infiammante i cuori degli uomini alle virtuti e alle cose del cielo, fermati dinanzi al suo carissimo cospetto: e se ella vorrà sopra gli omeri tuoi porre un suo picciolo figliuolo, prendilo volentieri, e va con essa ovunque ella ti mena; imperocchè ella ti è data dal cielo per guida e scorta della tua salute; e di quanto abbia ella da fare, divinamente è stata questa notte ammonita: e poi si tacque. Tre volte io mi gittai a’ piedi della sua ombra per abbracciarla, così come io poteva, e ringraziarla di tanto beneficio, e tre volte indarno strinsi le inette braccia; e però, quel solo ch’io potetti, col cuore gli rendei quelle grazie ch’io poteva le maggiori. Nè prima ebbe la seguente mattina il Sole scoperta la lieta fronte