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256 dell'asino d'oro

di quel bestiame. Eravi un fanciullo bellissimo, e tutto ignudo, salvo che con una veste puerile egli si ricopriva la sinistra spalla; i cui capelli erano biondi e ricciuti, e fra quei ricci spuntavano alcune penne di finissimo oro, e parevano naturali come i capelli; e il caduceo e la bacchetta ne dimostravano che egli era Mercurio. Costui, avendo un pomo d’oro nella man destra, il diede, correndo così un poco saltelloni, a quel pastore; e disse, come il gran Giove gliele mandava: e fatto ch’egli ebbe la sua imbasciata, incontanente si tolse del nostro cospetto. Allora venne in sul palco una fanciulla, con un volto tutto pieno di onestà, vestita in quella guisa che gli antichi addobbavano Giunone; imperciocchè, oltre a ch’e’ le stringeva i bei crini una candida corona, ella aveva in mano lo scettro dimostrante signoria. Dopo a lei ne uscì fuori un’altra, la quale tu avresti riconosciuta per Minerva; concioffussecosachè uno risplendente elmo d’una corona d’ulivo attorniato le coprisse la chioma; e innalzando lo scudo, e percotendo l’asta, non altrimenti camminava, che quando ella combatte. Nè stette guari dopo le due, che egli ne comparve la terza, la cui eccessiva bellezza, alle mattutine rose che sulla neve nascendo dipingevano il leggiadro volto, la lasciva grazia, e l’altre parti del corpo, ciascuna per sè maravigliosa, e tutte insieme maravigliosissime, ti davano tale indizio, che tu non potevi giudicar ch’ella fusse altra che Venere, allor che essendo tenera verginella palesava la sua bellezza, senza altro vestimento portare che una sola vesticciuola di sottilissimo fiore, il quale non copriva, ma adombrava appena la sua bellissima giovanezza; la qual vesticciuola assai sovente una curiosetta aura tutta lasciva percotendola, or la rimoveva d’in sulle dilicate carni, ora accostandovela, mezzo negava e mezzo mostrava il bello del paradiso. Era ciascuna delle vaghe giovani, che le tre Dee rappresentavano, accompagnata secondo che alla loro qualità si convenia. Seguitavano Giunone, Castore e Polluce, i quali avevano un elmo in capo per uno,