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libro decimo 231

il viso col lenzuolo per la vergogna, e accompagnando le sue parole con una larga copia di lagrime, gli prese a dire in questa guisa: La cagione e ’l principio del presente mio male e del mio grandissimo dolore, e la medicina mia e la mia salute se’ tu medesimo; cotesti splendentissimi occhi tuoi, passati per gli occhi miei alle fimbrie del mio cuore, mi hanno acceso entro al misero petto tanto il grandissimo fuoco, che più sopportar nol posso: abbi adunque misericordia di colei che muore per tua cagione, nè ti spaventino il vincolo e la necessità paterna; e perciocchè tu sarai quegli che gli preserverai la povera mogliera, che senza l’aiuto tuo non si può più sostenere in vita, e la quale, in te riconoscendo la di lui immagine, nel tuo volto ama, e meritamente, il suo marito: l’essere noi due qui soli ne porgono quella fidanza e quella comodità che tu vuoi; e quello che non saprà persona, ancora ch’e’ si faccia, è quasi come s’e’ non si facesse. Andò tutto sottosopra il costumato giovane udendo l’abbominevol domanda: e ancorachè egli abborrisse così grandemente lo enorme peccato, ch’e’ fusto per torsele davanti senza mai