mercè delle leggi, avranno chi gli trarrà delle rapaci mani degl’insolenti ricchi. Quello che la fame al leone, quello che l’olio alla fiamma, quello che il zolfo al fuoco, cotale e più accesero quelle parole la bestialità dello impazzito giovane; e uscendo di tutti i termini della ragione, gridava come una cosa pazza, ch’e’ si andassero appiccar per la gola eglino e le lor leggi. E senza pensar più altro, comandò ch’allora allora fussero sciolti tutti i cani delle pecore e dell’altro bestiame; i quali avvezzi a morder chiunque passava, e a spogliar l’ossa di quelle carogne che avevan quei paesi, erano divenuti sì fieri, ch’egli avrebbono atterrato ogni grandissimo lione: i quali subito che furono sciolti, pieni d’una estrema rabbia, e incitati dalle grida de’ lor pastori, si misero attorno a quei poveri uomini, e dieron loro tanti morsi e sì stranamente abbaiavan loro, ch’egli era una compassione a vederlo. Nè era in così crudel battaglia almen sicuro il fuggire; imperocchè essi con maggior rabbia e sì velocemente gli seguitavano, che egli era lor forza assaggiare le loro ferite con bocca maggiormente avvelenata. E in questa guisa il più giovane de’ tre fratelli, cercando col fuggirsi il suo scampo, perseguitato da tre di loro, percotendo per la fretta in un sasso, che gli s’attraversò fra’ piedi, e spezzatosi le dita, cascando per terra, fu preda a quelle ferocissime bestie. E come più tosto gli altri due fratelli sentirono le sue mortalissime strida, corso dove egli era, e avvoltosi le cappe al braccio sinistro, fecero ogni sforzo di levar quei cani daddosso al lor fratello; ma indarno fu la fatica loro, chè mai non poterono allentar pure non che diminuire la lor ferocità: laonde il misero giovincello, veggendosi venir a morte, strettamente pregando i due fratelli, che fusser contenti con giusta lor possa non lasciar passare senza vendetta tanta crudeltà, e tutto strambellato, e tutto pertugiato, se ne passò di questa vita. Gli altri due giovani allora, viepiù disperata e disprezzata la lor salute, corsi a dove era quel riccone, con grandissimo impeto e con maravigliosa