Pagina:L'asino d'oro.djvu/226

210 dell'asino d'oro

malo Scorpione. Avendo costui una bellissima moglie e gentile, egli n’era, senza saper la cagione, divenuto sì geloso, ch’egli aveva paura che gli uccelli non gliela involassero; e guardavala con tanta cura, che egli, o non se le levava mai dattorno, o se pur gli faceva mestiero per picciolo spazio lasciarla, e’ la teneva rinchiusa in una camera con mille chiavi. Il quale, mentre che egli era entrato in questo farnetico, accadendoli di cavalcare per alcune sue bisogne per molti giorni, e desiderando di lasciarla guardata di maniera, ch’ella non facesse le vendette di tante stranezze; avuto a sè uno schiavo chiamato Mirmece, il quale egli aveva sempre conosciuto fedelissimo, e’ gli disse tutto quello ch’e’ voleva ch’e’ facesse circa la guardia di questa sua moglie: e minacciandolo di bastonate, di ferri, di ceppi, di prigione, e della morte, finalmente gl’impose che non le lasciasse a uomo del mondo toccare, eziandio per passo, i panni pur con un dito: e con molti giuri e saramenti raffermando quei suoi minacci, se ne andò a suo viaggio. Rimaso adunque Mirmece alla guardia di questa sua padrona, non la lasciava pur tanto sola, che ella avesse agio d’andare a pisciare; anzi sempre standole attaccato a’ panni, con maggiore importunità la gridava che il marito stesso non avrebbe voluto. Ma la eccessiva bellezza di questa gentildonna non potè fuggir le vigilantissime mani del giovane Filero, il quale quanto maggior sentiva il grido della sua castità, quanto più intendeva ch’ell’era guardata con diligenza, maggior desio gliene prendeva, e con più prontezza d’animo s’accendeva a questa impresa; e finalmente era apparecchiato a sopportare ogni fatica, ogni disagio, ogni spesa, ogni danno, ogni vergogna, pure che egli avesse l’onor dell’espugnazione d’un così ben guardato castello; parendogli (e nel vero egli è così) tanto doverne divenir glorioso, quante maggiori difficoltà gli s’appresentassero. E come quelli che molto ben conosceva l’umana fragilità, ed avea più fiate visto per isperienza, che l’oro è sì penetrativo, che egli si fa far la strada per ogni