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204 | dell'asino d'oro |
che agevolmente intravvenir ne poteva, più pianamente si piegò, facendo arco della schiena. E chinatasi col lume più presso al suo marito, diceva: Netta qui, toccando sopra il fondo: e qui ancora, e da questa banda, e da quell’altra; e movendosi dava ad amendue i maestri bonissimo aiuto a compir l’opere loro. Le quali poichè quasi ad un tempo furono fornite, il manovale ricevette i sette danari per prezzo della venduta botte, convenendogli anche portar quella sopra le spalle fino alla casa del giovane adultero.
Venuta l’altra mattina l’alba del chiarissimo giorno, i miei padroni, postisi in assetto di tutto quello che lor faceva mestiero, si misero prestamente in cammino; e per mia maggior ventura, presero una certa strada così dolorosa e scellerata, che io non so come egli fu mai possibile che noi n’uscissimo a salvamento. La prima cosa, non ci lasciavano passare certe gore, che traboccavano; ma più oltre, quando tu ti credevi essere uscito dall’acqua, e tu trovavi certi paludacci, che vi si andava fino alle cigne: esci di quei grandissimi paduli, e’ s’entrava in tanto fango e in sì crudeli fitte, che, lasciamo stare che io vi lasciai dentro ambi i ferri dinanzi, io non ne credetti mai potere cavar le gambe; e dove non erano quelle fitte, e’ vi si sdrucciolava di tal sorte, che i miei carissimi e debili padroni ed io, ad ogni passo che noi faciavamo, tombolavano così bei cimbottoli ch’egli era talvolta da ridere. E quando con mille aspre fatiche e mille stenti, tutti rovinati e tutti stracchi, noi eravamo arrivati ad un poco di buona via, e’ ci si scoperse addosso una squadra di cavalli tutti armati, e con una furia che mai la maggiore assaltarono Filebo e i suoi compagni; e presoli tutti, e messo una fune al collo per uno e le manette alle mani, e chiamandoli ladri, assassini e sacrilegi, e toccando lor tutta volta di buone pugna, dicevano, che traessero fuor quel vaso d’oro, il quale con simulata religione egli avevano involato d’in sull’altare della chiesa della Madre del Signore; come se i ribaldi credessero poter,